Ecco, penso che il counseling sia proprio un modo di essere, di agire, di pensare: essere ed agire da counselor significa infatti avere una certa disposizione positiva, accettante e non critica verso gli altri e noi stessi, avere una capacità di comprendere che ciascuno è diverso e va comunque bene così come è, anche non condividendo il suo modo di essere e di pensare. Ed è proprio questo modo di essere e di vivere che tutto il mio viaggiare, andare e conoscere mi ha seminato dentro.
Anche l’ArtCounseling ha sempre fatto parte di me: l’arte intesa come semplice espressione creativa di se stessi, come “contenitore emotivo” dove trovano spazio le emozioni… attraverso il disegno, la pittura, il gioco, la scrittura, la musica, possiamo costruire percorsi che ci consentano di entrare in contatto con la nostra realtà interiore: per conoscerla, comprenderla e accettarla. Il prodotto “artistico” non è importante per il suo valore estetico, quanto e soprattutto per il processo e il percorso attraverso il quale quest’ultimo viene alla luce, e si rivela come il tramite, il medium grazie al quale l’individuo può riuscire a mostrare qualcosa di più vero di sé. L’unione di queste forme espressive con l’approccio del Counseling diviene formidabile strumento di cambiamento e di evoluzione, di benessere.
Infine la scrittura autobiografica: essa è stata per me, e può quindi esserlo per tutti, uno strumento di evoluzione, un viaggio introspettivo nella mia identità intesa proprio come tutto ciò che siamo, perchè scrivere e narrare di noi ha un potere liberatorio e catartico incredibile, ci aiuta a star bene ad un diffuso livello psicofisico.